ho un intero tavolo ricoperto di effetti digitali, è il mio vero strumento musicale, alla fine. peccato che inizi, obbligatoriamente, a pochi centrimetri dai pickup di qualsiasi chitarra io suoni, perché li "devo" muovere, i loro pippoli, con le mani.
e ho un debole per le Telecaster, da sempre, ma soprattutto quelle vuote, o quasi. sì, le Thinline, che sono spesso comode, leggere, e molto risonanti. ma che hanno un difetto peculiare tutto loro, dalla nascita: sono praticamente impossibili da schermare, in ragione della loro stessa costruzione, perché non c'è una cavità da rivestire in materiale conduttivo, come nelle solid-body – qui c'è l'intero "vuoto" del corpo, a cui non puoi però accedere senza "segare via" il top.
in passato ho quindi aggirato il problema scegliendo un set di pickup attivi che, di interferenze, proprio non ne capta; una scelta azzeccata, soprattutto perché in quella chitarra specifica, pur essendo tipo thinline, i controlli sono montati sotto la comune "piastrina" in stile Tele, quella che con due viti si toglie, dietro alla quale puoi quindi alloggiare anche "la pila" necessaria ad alimentare i pickup.
su una Thinline vera, invece, non puoi farlo: perché le viti che fissano l'enorme battipenna originale sono addirittura 14, quindi se proprio devi infilarci una batteria a 9V, sotto al battipenna è esattamente dove non vorrai mai averla messa, nel momento in cui ti accorgi che dovevi cambiarla una settimana fa (cioè nel bel mezzo di un concerto, di una registrazione, o di un concerto con registrazione).
e dunque... eccoli qua, i DiMarzio Area T: sono la mia alternativa a dover chiedere al liutaio di aprire un buco sul retro del corpo della Thinline, per fare uno scasso contieni-pila, per alloggiare quest'ultima all'interno di un apposito porta-batteria in plastica. che è un esercizio né bello, né immediato, né in alcun modo riconducibile allo stato precedente, nel momento in cui lo strumento dovesse venire ceduto a qualcuno che non ama i pickup attivi sulle chitarre – di fatto, quasi tutti i chitarristi, ad esclusione dei "metalmeccanici" (che però non cercano, comprano, o suonano Telecaster, di norma).
non è il primo set, di DiMarzio Area T, che acquisto ed installo, però;
il primo l'ho voluto provare per la ragione spiegata poc'anzi, ma questo, invece, l'ho voluto acquistare ed installare dopo aver scoperto come suona quello precedente, sulla thinline su cui l'ho già montato.
già, come suona, allora?
suona come deve suonare una Tele, ma di quelle importanti, autorevoli, che quando suona lei, gli altri si fermano anche volenteri ad ascoltarla.
c'è quell'attacco caratteristico che solo le Tele hanno (se dico twang si capisce?), c'è quella risposta dinamica che si presta a dar sponda, e una solida sponda, al country, al blues, al rock, ma anche al soul, e al jazz.
e c'è, in questo caso, anche un certo livello d'uscita in più, rispetto al pickup "fratello" destinato "al manico": è una disparità di livello che soddisfa appieno l'aspettativa di aumento del volume che è spesso associata alla selezione del pickup al ponte nell'istante immediatamente precedente un assolo; a molti è gradito, torna utile... a me non garba particolarmente, ma ovvio facilmente, molto facilmente, con un paio di giri di cacciavite Phillips #2 per abbassare l'altezza del pickup dalle sue 3 viti, meno di 20 secondi in totale.
quello che non c'è, invece, è il ronzio, praticamente inesistente, anche se non completamente (ma semplicemente perché il cavo di uscita del pickup non è schermato, ritengo); è la frase con più avverbi che io abbia mai scritto, quella precedente, ma non contiene ancora l'altro elemento importante: non serve "scavare una buca" in cui "seppellire" la batteria a 9V per un pickup attivo che non raccolga le interferenze ad alta frequenza del mio esercito di DSP, e nemmeno acquistare una batteria a 9V da smaltire poi tra i rifiuti speciali, per via della pericolosità dei suoi "ingredienti" per l'ambiente.
che di per sé è un'ottima ragione per evitare le batterie a 9V in ogni maniera realmente possibile.
ok, suona bene, suona forte, non ronza, è ecologico... cosa chiedere di più? è anche bello, con una finitura che dà immediatamente l'idea di un componente costruito con materiali superiori, e gran cura nella lavorazione...
cosa chiedere di più, allora? solo l'installazione del suo fratello "al manico", di fatto, per migliorare di una bella spanna, o anche due, la Telecaster a prova di tutto (inclusa anche la chiusura di tabaccai e ferramenta in cui acquistare batterie a 9V).
per i nerd: tecnicamente, gli Area T sono humbucker, in tutti i sensi e a tutti gli effetti, fuorché nel risultato sonoro: suonano come deve suonare un single-coil, anche se con maggior livello d'uscita, e con tutta la solidità di cui alla descrizione minuziosa che ho tentato fin qui.
non vanno scelti, quindi, nella speranza che la Tele si trasformi in un Les Paul (che non succede comunque, a prescindere dai pickup, ma qualcuno che riesce a farsi convincere, chissà perché c'è sempre, e anche ovunque).
il pezzo più bello della storia, però, è questo: sono humbucker, non ronzano, suonano come single-coil di rango, ma ottengono tutto questo senza dover sostuire i potenziometri "di serie" adatti ai single-coil della tradizione Fender, quelli da 250 kOhm, visto che tutti gli humbucker "comuni" hanno, di norma, bisogno di potenziometri da 500 kOhm, volendo semplificare in maniera davvero grossolana la spiegazione di una faccenda in realtà ben più complessa).
nella mia esperienza, è bastato provarne un set per acquistarne ancora. e non credo che la cosa possa risultare molto diversa per chiunque altro, visto il valore in termini sonori, e di affidabilità circuitale.