La rivoluzione delle band femminili degli anni ’90

La rivoluzione delle band femminili degli anni ’90

Il femminismo è uno degli ingrediente, se non L’INGREDIENTE, principale di questo articolo:  voi direte “Che cosa c’entra con la musica?” Beh, in realtà molto perché il tema che affrontiamo oggi in questo articolo riguarda la nascita di un movimento musicale/ culturale di sole donne, che si sono distinte per aver sfruttato sonorità di generi tipicamente maschili, ed aver fatto sentire la propria voce nei loro testi stravolgendo completamente gli stereotipi sulle donne e la musica. 

Buona lettura!


La storia del rock femminile in Italia inizia timidamente negli anni Sessanta. Ciò che prenderemo in considerazione in questo articolo, però, riguarda il punk degli anni 90, con il movimento rivoluzionario delle Riot Grrrl.

 

Contesto storico-musicale

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Sotto un clima rivoluzionario e beffeggiatorio nei confronti di quel rock commerciale ed un po’ patinato che caratterizzò tutti gli anni 80, nello Stato di Washington, a Seattle, a partire dalla seconda metà degli anni ottanta nasce il GRUNGE, un genere che  mescola influenze estremamente eterogenee, come l’heavy metal e il punk rock e l’hardcore punk, l’hard rock ed il posthardcore. La finalità di questo genere, divenuto quasi movimento, è di denuncia attraverso l’utilizzo dello strumento musicale come protesta, contro l’establishment politico e culturale dei suoi giorni. Il tutto viene riassunto nei testi, che trattano spesso argomenti apatici ed angosciosi, come la frustrazione di vivere, la tristezza, la depressione, la rabbia verso una vita vissuta passivamente, la ribellione.

Si può dire che il malcontento ed il disagio sociale sono il principale motore del Grunge e per lo stesso motivo, ma da un punto di vista più focalizzato sulla condizione della donna nella società, nascono band femminili altrettanto impegnate e dalle sonorità più punk: le Riot Grrrl.

 

Chi erano le Riot Grrrl?

Il termine è nato intorno al 1991 quasi come uno scherzo, scritto in maniera disinvolta in fanzine ciclostilate che circolavano tra le comunità punk rock e femministe, prima nel nord-ovest del Pacifico e nel nord-est, poi in tutto il paese e infine in tutto il mondo. Al tempo esisteva una rete decentralizzata ma efficace di attivisti che organizzavano proteste e spettacoli, che creavano arte o che anche semplicemente si sedevano e parlavano, aumentando la consapevolezza delle persone, una ragazza alla volta.

Politicamente, Riot Grrrl ha lanciato il femminismo nel futuro, centrando i bisogni di una nuova generazione attraverso strategie di azione diretta, mantra arguti e slogan come “girl power” e “support girl love“. 

Nel punk femminile, il movimento delle Riot Grrrl  è considerato come una delle sfaccettature in assoluto più rilevanti di questo genere.

Musicalmente parlando era la vecchia scuola a dominare: il mantra di ogni giorno era “fai da te” e probabilmente quest’ondata musicale punk femminista si può definire come l’ultima esplosione virale di un era pre-digitale. Se avevi scritto una buona canzone, la registravi il più velocemente ed economicamente possibile. 

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Le canzoni venivano pubblicate da etichette regionali come K, Kill Rock Stars, Chainsaw, Outpunk e Dischord. Alcuni brani hanno visto la luce per la prima volta in album-compilation come “International Pop Underground Convention“, “Stars Kill Rock” e “Move Into Villa Villa Kula“.

Le fondatrici della band Bikini Kill, (Katlheen Hanna  e Toby Vail), vengono ritenute anche le fondatrici del movimento Riot Grrrl, che, con la loro attitudine irriverente, scurrile ed a tratti ironica , si muoveranno in prima linea a tutela di una filosofia ben precisa a sostegno dell’aiuto reciproco tra donne per sopravvivere nella società sessista e maschilista. Le Bikini Kill, attraverso la loro musica promuovendo sempre l’autodeterminazione della donna: nei loro testi stupro, abusi domestici, sessismo e predominanza maschile sono i temi più affrontanti e nel quale il punto di vista è sempre ed esclusivamente quello femminile.

Con loro e dopo di loro, sono molte le band femminili ad abbracciare in toto i principi Riot Grrrl ed in Italia non si è fatta eccezione.

 

Le Riot Grrrl italiane

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Il punk italiano, tra autoproduzioni underground e sound distorti , ha visto negli anni ’90 protagoniste numerose band tutte al femminile: Clito (milanesi, classe 1977, sono state la prima band femminile della scena punk rock italiana), Antigenesi (sempre milanesi, classe 1982, sono delle proto-Riot Grrls che hanno fatto la loro gavetta allo storico Virus, uno dei primi centri sociali italiani), Remote Control ( 1981, i loro pezzi punk sono influenzati dal pop-rock e dalla new wave), Kandeggina Gang e molte altre.

Saranno proprio le Kandeggina Gang a diventare una delle band più note in questo genere e la cantante del gruppo, Giovanna Coletti, diverrà un esempio ed un’ispirazione per molte giovani donne che la conosceranno col nome di Jo Squillo.

Nel documentario “Mamma dammi la benza. Le radici del Punk italiano”, Jo Squillo dice:

“Le Kandeggina Gang nascono dalla mia voglia di formare un gruppo di sole ragazze, in contrapposizione a quei maschi che vedevano la musica e un certo tipo di movimento spesso come esclusivamente maschile. la mia voglia era quella di formare una gang essenzialmente, quindi un gruppo di ragazze che avevano qualcosa da dire, non soltanto musicalmente, ma proprio una gang allargata. Infatti, non a caso, Kandeggina era un nome scelto per sbiancare tutto quello che c’era prima, intorno a cui ruotavano tantissime ragazze, che portavano la loro creatività.

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Nel periodo successivo, quello che va dai  primi anni ’90 fino ai 2000, il movimento Riot Grrrl ispira band come: Le Bambine Cattive, band romana e le liguri Juicy Shoes, giusto per citarne alcune. 

Si tratta di una corrente non solo musicale bensì anche, a tutti gli effetti, culturale.

Queste ragazze del rock dimostrano di essere determinate e capaci nel suonare strumenti tipicamente maschili come basso e batteria ed hanno inoltre l’energia e la giusta dose di sfrontatezza per salire su un palco e shockare il pubblico. A questo proposito, merita un piccolo accenno anche il progetto Rock with Mascara, nato nel 2005 grazie all’inventiva di due band emiliane tutte al femminile (Kyuuri e Roipnol Witch).

Rwm è un vero e proprio movimento musicale e collettivo che ha dato la possibilità a numerose band femminili italiane di esibirsi in locali sparsi per tutta la penisola. Un’ottima iniziativa per dare spazio e sostegno ai gruppi rock femminili ed abbattere gli stereotipi di genere.

 

Considerazioni finali

È auspicabile che un giorno si potrà definitivamente vivere in un mondo in cui la società tratterà le donne con il rispetto e la considerazione che meritano; così come in musica, dove essere prese sul serio e considerate alla pari dei colleghi uomini in generi come il rock sembra quasi utopia.

Dobbiamo cominciare a riconoscere e chiamare queste Donne con il loro nome di autrici nel rock, strumentiste nel rock e creatrici nel rock, perché non possono e non devono più essere sottovalutate ed ignorate.


Articolo scritto da Elena P.


Conoscevate già il movimento? Fate parte di una band che si può collocare nel genere? Lasciate un commento e discutiamo!

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La passione di Simon per la musica nasce molto tempo fa, fino a portarlo al diventare arrangiatore, chitarrista e autore di musica auto-prodotta, pubblicata con la sua band, gli Onyria.

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