Leggi la prima parte
Synth Pop & Co.
La musica sperimentale elettronica degli anni ’70 divenne ben presto qualcosa da incanalare in un formato più fruibile e “commerciale“. Sebbene molti degli artisti che per primi si cimentarono con la musica elettronica venivano dal mondo tedesco, è all’Inghilterra che si deve la nascita del synth-pop e dell’electro-pop. Tagli di capelli, attitudine, suoni super-cool di sintetizzatore e etichette major entrarono in simbiosi.
Una peculiarità della musica elettronica dal tempo fu che permise alle persone che non erano “virtuose” o abili a suonare uno strumento di fare musica concreta. Grazie all’avanzamento tecnologico del sintetizzatore i nerd e i geek riuscivano a scalare le classifiche, in barba ai chitarristi, bassisti e batteristi rock. Chi già aveva delle basi di tastiera o pianoforte era, ovviamente, avvantaggiato.
Lo standard MIDI e i primi computer “consumer”
Lo sviluppo dei computer e delle interfacce MIDI fu una cosa molto rapida. Poco dopo la commercializzazione del Commodore 64, Karl Steinberg iniziò a programmarvi sopra il primo sequencer. La storia della musica elettronica è legata a doppio filo al computer Atari ST, dotato di interfaccia MIDI di fabbrica. MIDI 1.0, il protocollo di controllo MIDI, fu introdotto nel 1982.
Lo sviluppo dello Yamaha DX7, il primo sintetizzatore digitale alla portata di “tutte le tasche”, iniziò nel 1983 e giocò un ruolo molto importante nell’evoluzione della musica elettronica. Grazie alla sintesi FM, fu possibile utilizzare e modulare suoni con l’ausilio di una tastiera.
Gary Numan – la prima star del synth pop
Corre maggio 1979, lo show “Top Of The Pops” presenta, per la prima volta nella sua storia, qualcosa di mai sentito prima: il pioniere dell’electro-pop Gary Numan (e la sua band, Tubeway Army), si esibisce nel brano interamente prodotto con strumenti elettronici “Are Friends Electric?”. Involontariamente, Numan diventa una synth-pop star, sebbene l’artista avesse radici punk e si considerava un non–musicista. Diceva di se: “Il mio unico talento è di saper unire suoni diversi”.
La cosa curiosa fu la tipologia di performance: nonostante nel brano non comparisse alcuno strumento acustico, i componenti della band fecero finta di suonare il brano utilizzando chitarra elettrica, basso e batteria. Gary Numan fu un precursore ed apripista per le band che sarebbero state formate di lì a poco: Depeche Mode, OMD, Soft Cell, Human League e molti altri.
Gary Numan – Are Friends Electric (1979)
https://www.youtube.com/watch?v=M3pvMLFYX0w
Negli anni ’80 e ’90 il synth-pop, con canzoni prodotte in maniera sintetica, diventò “socialmente” accettato e fu introdotto nelle discoteche e sale da ballo. Nonostante ciò, chi amava questo genere non se la passava bene: i fan del rock e del punk tendevano a bullizzarli. Durante un concerto dei The Human League, in apertura ad un concerto di Iggy Pop, la band fu letteralmente costretta ad andarsene dal palco perché i fan continuavano a lamentarsi e urlargli contro, arrivando a lanciargli svariati oggetti addosso.
La British New Wave (termine che fu coniato all’epoca) era composta da svariate band che, con entusiasmo, abbracciavano l’avvento della nuova tecnologia. Il punk sembrava ormai perduto e gli amanti dell’elettronica cercarono di rivitalizzare lo spirito DIY (Do It Yourself) in maniera differente. Nel 1981 “Don’t You Want Me” fu il singolo a vendere meglio in tutto l’anno solare. Nonostante i fischi e le disapprovazioni da parte del pubblico punk durante quel famoso concerto di Iggy Pop, i The Human League rimangono una delle band più importanti del filone electro-pop.
The Human League – Don’t You Want Me (1981)
https://www.youtube.com/watch?v=tA1V3zP7uh4
Nel 1980 i Depeche Mode furono scoperti per caso durante l’esibizione d’apertura per un concerto di Fad Gadget. La band inglese, così come gli OMD e i Soft Cell, divenne poi una delle band più celebri e importanti del genere synth pop. Basti pensare che nel 1988 riempirono letteralmente il Rose Bowl Stadium a Pasadena, in California, con oltre 70.000 spettatori.
Un anno dopo i Depeche Mode pubblicarono “Personal Jesus“, e il resto è storia. Negli Stati Uniti d’America li adoravano e adoravano il brano: ironico, dato che la band non avrebbe mai scommesso su una cosa del genere, dato il titolo (e il testo) molto provocatorio.
Depeche Mode – Personal Jesus (1989)
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