Thomastik JS113

216

Strings For Electric Guitars

  • Jazz swing series
  • .013 - .053
  • Flatwound
  • Medium gauge
In catalogo dal Novembre 2001
Numero di articolo 150979
Unità incluse 1 Pezzo
Gauge 013 - 053
Strength of the strings 0,0130" – 0,0530"
Material Nickel
€ 18,90
IVA inclusa,€ 15 di costi di spedizione aggiuntivi
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Qualità

118 Recensioni

DT
Quel che si dice in giro: tutto vero, e anche di più.
Daniele T. 23.12.2016
Siccome faccio un uso poco ortodosso dei miei strumenti, ho imparato nei diversi decenni di utilizzo a prendere con molta cautela i giudizi positivi nei confronti di prodotti che incontrano il gusto di molti utilizzatori; sono conscio della diversità di gusto e aspettative, e faccio sempre attenzione a non entrare per sbaglio "nei locali più densamente frequentati", per così dire.

Bene, di solito funziona così: quel che piace ai tanti, a me lascia quantomeno tiepido, se non addirittura indifferente, oppure schifato.

Ma queste Thomastik JS113 Swing flatwound, invece, sono realmente superiori a qualsiasi altra corda liscia che mi sia capitato di incontrare, esemplari artigianali di liutaio di grido compresi (e dal costo di parecchie volte superiore). Esattamente come ho sempre sentito dire sul loro conto.

Sono corde flatwound, cioè liscie, quindi non aspettatevi di montarle al posto della vostra solita muta roundwound, cioè "rigata", senza dover rivedere l'intonazione al ponte, è pressoché impossibile che i due "universi" combacino.

Se però avrete la pazienza di aggiustare a dovere la regolazione del vostro strumento, vi aspettano parecchie sorprese.

Le Thomastik Jazz Swing JS113 non sono affatto "opache" nel timbro, non ricordano nessuna delle (molte altre) corde flatwound che hanno generato questa diffusa (e in altri casi meritata) credenza. Al contrario, offrono una gamma di sovratoni ed armonici inaspettatamente estesa ed equilibrata.

Poi, altra sopresa, hanno forse addirittura più sustain delle corde roundwound, nonostate (di nuovo) le corde flatwound vengano spesso descritte come corde con cui la nota fa "plop" anziché "sdeng".

Altra caratteristica anomala, già estraendole dalla bustina si nota come le Thomastik Jazz Swing JS113 tradiscono la loro considerevole sezione con una cedevolezza davvero elevata, propria di mute da almeno un paio di centesimi di sezione in meno (di pollice, ovviamente: .011). Sono meno rigide, più elastiche, più morbide, non solo mentre le estrae dalla confezione (e già lì si dimostrano diverse), ma anche e soprattutto quando sono installate.

In ultimo, la sopresa viene dall'attacco: che c'è tutto, anzi, anche più del solito, a dispetto del fatto che la superficie sia completamente liscia (e che, negli anni, l'attacco "snap" non sia certo diventato una caratteristica distintiva delle corde liscie).

Non stupisce, allora, l'applicazione suggerita da più utilizzatori, chitarra semiacustica per generi rockabilly, che richiede sonorità all'opposto di quelle della chitarra jazz in stile Jim Hall: basta ignorare l'esistenza dei controlli di tono nel primo genere, e ricordarsi della loro esistenza per il secondo, e le Thomastik JS113 somigliano tanto alla corda ideale per entrambi gli stili!

Personalmente le ho trovate così timbricamente ricche, e così "suonabilmente confortevoli", che oltre alla chitarra hollow-body con le buche ad effe, le ho montate anche su una pesantissima baritono neck-through tutta in mogano con pickup humbucker, di grande soddisfazione per le più diverse specialità della "metallurgia". E su un paio di Telecaster (una delle quali con sellette piezo nel ponte).

Hanno rimpiazzato, e stanno rimpiazzando, la mia muta preferita, l'unica che ho usato negli ultimi dieci o dodici anni, e che è roundwound: stesso snap, stessa complessità armonica, stesso sustain, anzi forse anche meglio, ma nessun rumore meccanico nella diteggiatura!

Mi capita di rado, ma questa è una di quelle rare volte in cui tutto quello che si dice in giro è vero, e anche di più: ci sono le corde liscie (flatwound), e ci sono le Thomastik, che sono flatwound, ma sono tutt'un'altra cosa.

Attenzione, come richiesto con tutte le flatwound, agli "attraversamenti spigolosi", niente angoli acuti (e nemmeno retti) procurati volontariamente e con forza: al passaggio su ponti, sellette, zero-fret e alberino delle meccaniche, evitate brusche manovre per adattare la corda all'angolo richiesto, evitate di far forza in maniera decisa, accontentatevi invece del graduale adattamento alla piega richiesta (magari evitando di installarle giusto il giorno prima di andare a registrare in studio, o il giorno prima di un concerto importante).

Nota a margine: i cantini color oro personalmente non mi piacciono affatto, ho il fastidio per tutto quello che luccica di giallo... però i cantini di queste Thomastik sono gli unici che io abbia mai trovato che non suonino più forte delle corde ricoperte, e gli unici con la stessa composizione armonica a qualsiasi dinamica. Con caratteristiche simili, mi tengo anche la doratura (che si nota peraltro solo da vicino).

Altra nota a margine: cambierete le batterie all'accordatore perché si saranno scaricate con il calendario, anziché con l'utilizzo; la necessità di accordare frequentemente lo strumento con queste corde... semplicemente viene meno, anche per un perfezionista incontentabile e ossessionato come me.
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p
Thomastik JS113. che goduria!
palpucci 11.03.2020
tanto belle, tanto buone. la scalatura con basso 053 è particolare ma piacevolissima. le flatwound sono le corde che ho montato su buona parte delle mie chitarre e su tre bassi, una goduria estrema.
saluti
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g
le migliori corde per jazz
gianluca898 21.11.2022
morbide e calde nel suono.
perfette
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A
The best flatwounds I've tried
Andy737 02.08.2013
I used d'Aaddario Chromes for years, but recently switched to TI JS113's. I prefer the feel and the slightly lower tension. I've used them on full-body jazz guitars and semi's. They will only suit people who like heavy flatwounds (my brother calls them 'unplayable railway lines') but if you're into that sound, I've not found better (although I've not tried GHS). Note I also use a heavy pick (2mm). I'm not sure they'd sound too good with a light or even a medium attack. They're a tad more expensive than d'Addario's, but well worth it imho. I've had one set on a semi for 10 months, and they're still pretty bright, with no intonation or tuning problems, so I'd give them high marks for longevity and cost-effectiveness. If you're a heavy string-bender or hammer & pull stylist, they're going to be tough to play cleanly. But if you're into a rich mellow kind of sound, without the 'twang & buzz' of round-wounds, you're probably on flats already. These things are very personal, so don't take my word for it (or anyone else's). I'd say give them a try & see what you think.
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