3. Tipologie di microfoni

Ci sono tre tecnologie principali utilizzate per convertire le onde sonore in segnali elettrici, queste determinano il tipo di microfono che potrà essere: "dinamico", "a condensatore" e "a nastro".

Microfono dinamico

Il microfono dinamico è solitamente il meno costoso e il più comunemente utilizzato per amplificare la voce nei live. All’interno del microfono c’è una membrana plastica piccola e sottile detta diaframma che vibra in risposta alle onde sonore. Quando il diaframma si muove si genera una corrente elettrica attraverso l’uso di una bobina sensibile al cambio elettromagnetico. Dal momento che le masse del diaframma e della bobina sono piuttosto grandi rispetto all’energia contenuta nel segnale acustico, al diaframma serve tempo per rispondere e quindi la sua velocità di movimento è limitata. Per questo i microfoni dinamici hanno una peggiore risposta alle alte frequenze rispetto ai modelli a condensatore, ma allo stesso tempo captano meno rumori esterni e vibrazioni (chiaramente un vantaggio per l’uso live). I microfoni dinamici sono anche più robusti delle altre tipologie e hanno il vantaggio di non necessitare alimentazioni esterne.

Microfono a condensatore

Il cuore di un microfono a condensatore è una coppia di lamine metalliche messe in parallelo tra loro e distanziate circa due centesimi di millimetro l’una dall‘altra. Una lamina è fissa e l’altra funge da diaframma libero di muoversi in funzione delle onde sonore. Quando la distanza tra le lamine cambia, anche la capacità varia e la tensione di polarizzazione viene trasmessa alla capsula, producendo un piccolo segnale elettrico che corrisponde all’onda sonora.

Il segnale elettrico emesso è minore rispetto ad un microfono dinamico, ragione per cui è necessario un preamplificatore interno per ottenere un livello normale (questo non va confuso con i preamplificatori microfonici esterni, che vengono utilizzati per portare il segnale microfonico fino al livello desiderato). A causa del preamplificatore incorporato e alla necessità di un voltaggio polarizzato, i microfoni a condensatore hanno bisogno di un’alimentazione esterna chiamata anche "phantom power". Questa viene fornita da un preamplificatore o mixer esterno attraverso il cavo XLR anche se alcuni modelli possono funzionare a batteria. I microfoni a condensatore che usano le valvole per i loro preamplificatori interni necessitano di una fonte di energia separata in quanto l’alimentazione phantom non può fornire la corrente necessaria.

Sebbene il microfono a condensatore abbia una risposta in frequenza molto estesa, non è necessariamente la miglior scelta per i live. Infatti le differenze in termini di qualità non sono poi così apprezzabili e la sensibilità elevata farebbe captare più rumori esterni ed innescare facilmente il fastidioso effetto di Larsen. Ovviamente i maggiori costruttori del settore, hanno progettato microfoni a condensatore ottimizzati appositamente per l’uso live. Quindi per luoghi più intimi e quando lo stile musicale richiede un’alta qualità del suono, i microfoni a condensatore possono essere la scelta più adatta.

Microfono a nastro

I microfoni a nastro sono in realtà una variante dei microfoni dinamici. Invece di una bobina collegata a un diaframma separato, usano un nastro di metallo molto sottile che funge da diaframma. Questo è sospeso tra due magneti e il suo movimento, in risposta alle onde sonore, produce un segnale elettrico. Tuttavia a causa della massa molto piccola del nastro, la risposta in frequenza è paragonabile a quella di un microfono a condensatore.

Sebbene siano amati per il loro suono caldo e vintage, i microfoni a nastro hanno alcuni svantaggi e non sono molto comuni nelle performance live. Aziende come Beyer and Royer producono una serie di microfoni a nastro progettati appositamente per l’utilizzo sul palco. Solitamente i modelli a nastro hanno un costo più alto rispetto ai modelli dinamici equivalenti e sono più fragili rispetto a quelli a condensatore.

Microfono ad elettrete

Il microfono ad elettrete ha un principio di funzionamento simile a quello del microfono a condensatore, la differenza principale è che la carica elettrica non è fornita da un alimentatore esterno ma dal microfono stesso. Anche in questo caso è necessario un preamplificatore ma normalmente non di alta qualità come nel caso dei microfoni a condensatore e l’alimentazione può essere data dalla phantom o in alcuni casi da una batteria. Nei modelli più moderni, per migliorare la risposta in frequenza, il materiale caricato permanentemente è stato posizionato sulla piastra posteriore fissa invece che sul diaframma, da qui il termine "elettrete posteriore". In questo modo è possibile utilizzare diaframmi più sottili come nei microfoni a condensatore. Questa modifica ha ridotto il costo di produzione e permesso di ottenere microfoni molto piccoli e leggeri che non necessitano di phantom power poiché alimentati con batterie.

Questa tipologia di microfoni è buon compromesso per avere la qualità sonora di un condensatore con una struttura più robusta ed un costo minore. L‘alta sensibilità consente di catturare opportunamente suoni a distanze maggiori e quindi sono una buona opzione per cori e orchestre ma possono essere ugualmente utilizzati con buoni risultati dai cantanti.

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