Ripensando agli anni 2000, si possono definire come un periodo di grande cambiamento nella cultura musicale. La digitalizzazione, la nascita delle prime piattaforme di file-sharing e il declino di MTV hanno segnato l’inizio di una nuova era nel modo di consumare musica. Il rock ha assunto forme sempre più melodiche e adatte alla radio, mescolando elementi di punk, grunge e metal. I generi che hanno definito il decennio sono stati l’indie, il nu metal, il pop-punk e l’emo – generi dove la chitarra dominava.
Diamo un’occhiata più da vicino alle più grandi canzoni rock degli anni 2000… per gli amanti della chitarra.
1. Billy Talent – Red Flag
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“Red Flag”, dall’album del 2006 “Billy Talent II”, incarna il tipico mix di punk e rock alternativo della band canadese. Come spesso accade, il chitarrista Ian D’Sa ha privilegiato riff veloci in drop-D abbinati a emozionanti accordi sulle corde acute. Uno dei suoi modelli di chitarra preferiti ancora oggi è la Fender Fat Strat Deluxe.
2. Linkin Park – Numb
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Pochissime band incarnano il sound degli anni 2000 quanto i Linkin Park. “Numb” del 2003 è un perfetto esempio della loro miscela di nu metal, rock alternativo e rap. Tipici dei Linkin Park sono gli strati di chitarra densi, spesso in drop-D o drop-C#, per i quali il chitarrista Brad Delson si affida solitamente a una PRS Custom 24.

3. The Hives – Walk Idiot Walk
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Gli Hives sono la prima delle tre band della nostra lista con il tipico “The” degli anni 2000 nel loro nome. Il loro carismatico mix di garage, punk e alternative ha reso famosi in tutto il mondo questi simpatici svedesi all’inizio degli anni 2000.
4. Green Day – American Idiot
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Anche se i Green Day sono un pilastro del punk rock sin dai primi anni ’90, il loro album del 2004 “American Idiot” rappresenta una delle pietre miliari della loro carriera. Il brano omonimo è emblematico del loro punk melodico dal sapore mainstream. Dagli anni 2000 in poi, il chitarrista, cantante e mente creativa Billie Joe Armstrong ha iniziato a preferire sempre di più la Gibson Les Paul Junior, sia in studio che dal vivo.

5. Blink-182 – I Miss You
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Come i Green Day, anche i Blink-182 affondano le loro radici negli anni ’90 e hanno plasmato il sound degli anni 2000 con il loro mix di skate punk e rock alternativo. Il quarto album in studio della band, omonimo, pubblicato nel 2003, è stato il primo a presentare brani dal sound più melodico. Il cantante e chitarrista Tom DeLonge ha progettato una Starcaster personalizzata insieme alla Fender.

6. Beatsteaks – Hand in Hand
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I Beatsteaks di Berlino non sono solo la band preferita ufficiale di Farin Urlaub (dei Die Ärzte), ma da ormai 30 anni conquistano il pubblico tedesco con la loro miscela di punk e rock alternativo. Il primo singolo tratto dal loro album del 2004 “Smack Smash” è ancora oggi uno dei loro più grandi successi.
7. Foo Fighters – The Pretender
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Fondati nel 1994 da Dave Grohl, i Foo Fighters godono della reputazione di essere una delle band rock più importanti e di maggior successo commerciale degli ultimi 30 anni. Sul palco, i tre chitarristi si affidano ancora agli amplificatori valvolari e a modelli classici di chitarre elettriche. Attualmente, è disponibile una replica accessibile della Gibson Trini Lopez ES-335, il modello preferito da Dave Grohl, prodotta da Epiphone.

8. Evanescence – Bring Me to Life
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Gli Evanescence sono saliti alle stelle nel panorama nu metal nel 2003 con il loro album di debutto “Fallen”. Il loro sound distintivo unisce la voce melanconica e limpida di Amy Lee a elementi orchestrali e possenti muri di chitarre in drop-D, come nel loro più grande successo “Bring Me to Life”.
9. The Killers – Mr Brightside
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“Mr Brightside” è stato il primo singolo estratto dall’album “Hot Fuss” del 2003 ed è di gran lunga la canzone più famosa dei The Killers. Ancora oggi, il caratteristico intro di chitarra attira la gente sulla pista da ballo. Se volete vedere che tipo di delirio questa canzone può scatenare in una sala piena di gente, vi consigliamo di guardare l’entrata in scena del professionista di freccette Nathan Aspinall.
10. Kings of Leon – Sex on Fire
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“Sex on Fire” dei Kings of Leon inizia anch’essa con un intro di chitarra carismatico e ritmicamente complesso. Si dice che più di una cover band sia andata in crisi cercando di rispondere alla domanda: “dov’è il primo quarto della battuta?”. Il brano, con il suo ritornello epico, è uno dei più grandi successi indie degli anni 2000.
11. Puddle of Mudd – She Hates Me
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I Puddle of Mudd sono stati scoperti dal frontman dei Limp Bizkit Fred Durst nei primi anni 2000 e sono considerati rappresentanti tipici del genere post-grunge. Le influenze di band come Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam sono evidenti nel loro album del 2001 “Come Clean”.
12. Mando Diao – Down in the Past
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I Mando Diao sono la seconda band indie/garage svedese ad entrare nella nostra top 20, senza avere un “The” nel nome. Anche se il loro chitarrista Gustaf Norén (fino al 2015) non è passato alla storia come un virtuoso delle corde, nel 2006 è stato comunque eletto “Uomo più sexy della Svezia”.
13. The White Stripes – Seven Nation Army
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Il riff di chitarra di “Seven Nation Army” è ormai entrato nella stessa categoria di “Smoke on the Water”, “Whole Lotta Love” o “Iron Man”. Ogni fan del rock lo ha sentito, ogni tifoso di calcio lo sa cantare, e nessun chitarrista alle prime armi può evitarlo. Jack White è considerato uno dei chitarristi più innovativi e influenti degli anni 2000.
La parte di basso del brano, in realtà suonata con una chitarra, è stata ottenuta grazie a un pedale Digitech Whammy.

14. Muse – Starlight
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Fondato nel 1994, il trio britannico Muse è una delle band che sono sopravvissute e hanno portato avanti l’onda del Britpop alla fine degli anni ’90, insieme ai Coldplay. I Muse rappresentano la diversità stilistica, arrangiamenti virtuosi e un design sonoro sperimentale. Il lavoro chitarristico di Matt Bellamy, il cui marchio di fabbrica comprende chitarre elettriche personalizzate con effetti integrati della casa Manson, gioca un ruolo chiave in tutto questo.
15. Red Hot Chili Peppers – Snow
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Descrivere i Red Hot Chili Peppers come una band degli anni 2000 è, ovviamente, un eufemismo. Dalla fine degli anni ’80, i Peppers hanno deliziato milioni di fan in ogni decennio della loro storia. Nella canzone “Snow” sentiamo un tipico arpeggio di John Frusciante come riff principale. Frusciante ama creare i suoi suoni con una Fender Stratocaster davanti a due amplificatori Marshall. Per inciso, uno dei suoi pedali di distorsione preferiti è il Boss DS-2 Turbo Distortion.

16. Franz Ferdinand – Take Me Out
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Fondati nel 2001, i Franz Ferdinand fanno parte del revival indie rock britannico degli anni 2000, insieme a band come Kaiser Chiefs, Bloc Party e Arctic Monkeys. Il lavoro chitarristico molto orientato al ritmo della band scozzese li ha resi una delle band più ballabili all’interno di questo genere.
17. Sum 41 – In Too Deep
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I Sum 41 sono spesso citati insieme ai già citati Blink-182 e sono ancora attivi oggi. La canzone “In Too Deep” proviene dal loro album di successo “All Killer No Filler” e si presenta come una canzone punk mid-tempo con lievi influenze reggae nell’intro di chitarra..
18. My Chemical Romance – Helena
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Con il loro mix melodico e malinconico di punk e metal, la band My Chemical Romance viene generalmente classificata nel genere emo. Nella canzone “Helena” sentiamo la tipica combinazione di chitarre elettriche potenti e voci strazianti.
19. The Offspring – You’re Gonna Go Far, Kid
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All’inizio del millennio, gli Offspring avevano già alle spalle più di un decennio di storia come band. Di conseguenza, i loro più grandi successi sono stati pubblicati negli anni ’90. “You’re Gonna Go Far, Kid” del 2008 è un ottimo esempio di come la band sia rimasta fedele al proprio stile.
20. Limp Bizkit – Take a Look Around
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I Limp Bizkit sono uno dei gruppi più importanti della scena nu metal e hanno venduto oltre 50 milioni di dischi fino ad oggi. “Take a Look Around” è tratta dall’album del 2000 “Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water” ed è stata utilizzata anche per la colonna sonora del film “Mission: Impossible II”. Il chitarrista Wes Borland interpreta il famoso tema in 5/4 di Lalo Schifrin principalmente in 4/4, ad eccezione dell’interludio dal minuto 3:30.
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