
Un buon paio di monitor di alta qualità sulla tua scrivania o qualche strumento costoso e un PA di livello nella sala prove non si traducono sempre in buon suono. Se ci sono le possibilità, ovviamente, registrare e mixare la musica dove viene creata ha sempre quel fascino aggiuntivo. Il pre-requisito per ottenere ciò, però, è avere un’acustica perfetta della stanza. Non c’è da sorprendersi, quindi, del fatto che il trattamento acustico per il tuo home studio rappresenti una buona fetta del tuo budget totale.
Premessa
Ovviamente, non esistono solamente soluzioni costose. Per trattare acusticamente una stanza in maniera definitiva, i soldi da spendere sono molti. Ma per correggere qualche problemino, magari non in maniera definitiva (in vista di un possibile trasloco in futuro, ad esempio) e per risolvere i classici problemi di basse frequenze, le soluzioni adatte sono accessibili a tutte le tasche.
Prima di iniziare a dare un’occhiata ai pannelli modulari, assicurati che la stanza sia ottimizzata a partire dalle basi: persino i monitor devono essere posizionati in un certo modo per dare il risultato ottimale. Leggi attentamente le raccomandazioni del produttore per il giusto posizionamento, e prendilo come spunto per posizionare poi anche la batteria e gli amplificatori, se presenti nel tuo home studio – spostandoli in giro per la stanza e sentendo con le tue orecchie come può variare il suono di una batteria posizionata davanti ad un muro o al centro di una stanza, inizierai a capire l’importanza dell’acustica di una stanza.
Una cattiva resa acustica, spesso, può risultare davvero frustrante da accettare. I normali salotti o seminterrati sono costruiti con pareti parallele che riflettono il suono in maniera poco… ‘musicale’. Ad esempio, un suono generato da un altoparlante può arrivare all’orecchio dell’ascoltatore effettivamente alterato se viene deviato da una superficie solida. Nei casi peggiori, è possibile sentire il classico effetto “phasing” .
Tanto più un materiale è insonorizzato, tanto più rifletterà. Vetro, piastrelle e mattoni a vista riflettono in maniera più incisiva, in particolar modo in verticale, rispetto ad una tenda in velluto. Questo succede perché una struttura porosa e aperta trattiene il suono, che altro non è che molecole d’aria che si muovono nell’aria, riuscendo allo stesso tempo a insonorizzarlo. Questo processo viene chiamato assorbimento.
Assorbitori
Il principio appena citato è stato sfruttato per ottenere un concreto vantaggio nel trattamento acustico di una stanza: gli assorbitori (o fonoassorbenti, per correttezza della lingua) sono elementi creati in materiali soffici in grado di assorbire le frequenze sonore. Sono disponibili in una moltitudine di colori, stili e materiali e possono essere acquistato per prezzi relativamente bassi. Tutti conoscono la classica gommapiuma grigia: dato che anche l’occhio vuole la sua parte, preferisco consigliarvi un modello leggermente più carino e che adempie agli scopi previsti in egual misura e altrettanto bene. Il t.akustik Highline A2 Teak è fantastico!
Diffusori
Per quanto assorbire sia sempre un bene, e più si riesce a minimizzare il riflesso delle frequenze migliore sarà il risultato, c’è da tenere a mente una cosa importante: mai ‘uccidere’ completamente la stanza. Con una stanza completamente morta, i piatti di batteria suoneranno smorti e piatti e, in generale, tutto suonerà molto squillante e privo di profondità: alcune frequenze (o riflessi delle stesse) sono fondamentali per dare all’ascoltatore la sensazione di essere nella stanza con la band. A volte è necessario non solo trasmettere il suono dalla fonte da cui viene generato verso un punto fisso, ma anche distribuirlo ad ampio raggio ed in diverse direzioni. Questa tecnica è chiamata diffusione, e l’elemento acustico a supporto di ciò viene chiamato diffusore. Ce ne sono svariate versioni, l’importante è tenere a mente il risultato desiderato e scegliere un diffusore a una dimensione (di solito parallelo al pavimento sul piano d’ascolto) o a più dimensioni.
I pannelli bidimensionali possono essere molto interessanti anche dal punto di vista estetico. In questo senso, i t.akustik diffuser sono veramente ottimi, realizzati in schiuma EPS indurita, un materiale capace di distribuire il suono in maniera molto uniforme.
Bass Traps e set completi
I fonoassorbenti standard evitano il diffondersi di frequenze indesiderate abbastanza bene. Per trattenere e catturare i bassi, però, dovrebbero avere una superficie molto più estesa, riuscendo ad assorbire di fatto solo le frequenze medie e alte. Per attenuare le frequenze basse, da sempre un cruccio dei fonici, c’è bisogno di utilizzare dei pannelli leggermente diversi, chiamati bass traps. L’EQ Acoustic Spectrum Trap Bass è un’ottima scelta per chi avesse bisogno di un prodotto versatile e ben realizzato.
I bass traps, normalmente, vengono posizionati negli angoli della stanza: è esattamente qui che i bassi scaricano tutta la loro energia. C’è da tenere a mente che i bass traps funzionano senz’altro egregiamente in stanze medio-piccole e di dimensioni normali: per ambienti molto ampi, con frequenze enfatizzate o “buchi” in particolari zone dove il suono sparisce, c’è bisogno di attrezzarsi in maniera differente con apparecchiatura elettronica (curiosi? googlate “electronic space correction” 😉 )
Tornando al discorso dei bassi: nessuno degli elementi qui proposti varierà, di fatto, l’emissione del suono in termini di decibel e, quindi, la percezione di volume, timbrica e frequenze dall’esterno! Per ridurre di molto i volumi c’è bisogno di vere e proprie cabine isolate, muri isolati, sistemi di insonorizzazione mobili o disaccoppiamento realizzato con un Podium per l’eliminazione del rumore e di determinate frequenze.
Se i prodotti citati nell’articolo vi interessano ma non siete sicuri sulle quantità e le tipologie da prendere, proponiamo anche dei kit completi. Per vincere facile e budget considerevoli c’è l’Akustikset Mega, proposto ad un prezzo importante ma dalle qualità fonoassorbenti eccellenti. Per spendere meno ed ottenere comunque ottimi risultati, non possiamo non consigliare il t.akustik Room Set 1 e l’Auralex Acoustics Roominators D-36 DST Burgundy.
Il tema del trattamento acustico di una stanza è vasto, complicato e articolato – spesso s’insegue l’isolamento perfetto o la resa migliore per quanto il proprio budget lo possa permettere. Detto ciò, iniziare a lavorare sulla propria stanza da lavoro non è così dispendioso come può sembrare, ed è anche divertente.
Avete uno studio casalingo? Fateci vedere qualche foto!
Clara risponde:
Ciao Simon, ho trovato molto interessante il tuo blog e quindi ne approfitto subito per chiederti un consiglio di non facile soluzione e forse poco professionale. Sono un’insegnante di tecnologia e vorrei creare nella palestra della scuola una zona dove poter far suonare i ragazzi (piano elettico e strumenti a fiato) senza avere troppe riflessioni. Il problema principale è economico pensavo quindi di utilizzare materiale di recupero come cartone (contenitori uova e rotoli interni carta) e sughero (tappi). Ti sembra una buona idea? Mi daresti qualche consiglio? Ti ringrazio ciao Clara
Simon risponde:
Salve Clara,
Materiali quali contenitori di uova e gommapiuma sono sufficienti per creare uno spazio a costo (quasi) zero. Essendo una palestra, l’unica incognita rimane il soffitto – nel qual caso prevederei di creare una sorta di ‘box’ / ambiente chiuso con soffitto e pareti in modo da ridurre al minimo la dispersione e il rimbalzo delle frequenze, soprattutto se la palestra in questione ha soffitti alti e/o irregolari