10 copertine e il loro significato

10 copertine e il loro significato

L’impatto delle immagini scelte per le copertine dei dischi più famosi non va sottovalutato: emozioni e sensazioni scaturiscono non appena l’occhio si posa su di esse. Per realizzarle gli artisti, i grafici e i pubblicitari si spremono le meningi senza tregua, soprattutto quando l’artista vuole cercare di lanciare un messaggio ben preciso – talvolta, per determinati artisti, la scelta della copertina è un lavoro molto più impegnativo della stesura e realizzazione della musica stessa all’interno di esso contenuta. Ecco 10 copertine che hanno letteralmente lasciato il segno nella storia della musica. 


The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967)

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band - Wikipedia

I Beatles non furono rivoluzionari solo a livello musicale, ma anche sotto il profilo artistico. Ponevano grandissima attenzione alla scelta delle copertine delle loro pubblicazioni, a livelli quasi maniacali. Nel 1967 ai Fab Four non interessava più creare copertine per vendere copie: qualsiasi foto avessero scelto, le vendite sarebbero state assicurate. Per la copertina di Sgt. Pepper’s furono usate 70 statue di cera del museo di cera di Madame Tussauds. In questo collage, particolarmente realistico, cercarono di simboleggiare una comunità di “nuove persone libere“. Davanti ai personaggi un letto di rose circondato da vari utensili e la scritta Beatles realizzata con fiori di giacinto. Un messaggio di inclusione, contrasto e diversità.

 

The Velvet Underground – The Velvet Underground & Nico (1967)

Andy Warhol, noto per la sua eccentricità, rivoluzionò il mondo del design e della musica collaborando con i The Velvet Underground & Nico – l’album della band di debutto di Lou Reed che fu quasi interamente prodotto, disegnato e ‘marketizzato‘ da Warhol stesso. L’album finì per diventare una pietra miliare della musica underground e del punk indipendente. Per via della celeberrima copertina, l’album viene spesso chiamata il ‘banana album‘. Su alcune prime stampe (e sulle riedizioni, come quella che trovate nel video qui sotto) la banana poteva esserse sbucciata rivelando… (beh, guardate il video per scoprirlo!).

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Deep Purple – Deep Purple in Rock (1970)

Deep Purple in Rock - Wikipedia

La copertina di Deep Purple in Rock non può mancare dalla lista. Il 4° album in studio dei pionieri britannici del rock è conosciuto anche come “In Rock”. L’album mostra i ritratti dei componenti della band come gigantesche sculture di pietra – figurativamente, il tutto è basato sul famosissimo memoriale del Monte Rushmore (completato nel 1941) che raffigura i volti dei presidenti americani più simbolici della storia della Nazione. L’album spazzò via la musica del 1960, introducendo l’hard rock tipico dei Purple.

 

Simon & Garfunkel – Bridge over Troubled Water (1970)

Bridge over Troubled Water del duo soft rock/folk Simon & Garfunkel è un album che è possibile trovare in milioni e milioni di case. Le canzoni al suo interno hanno vinto tanti di quei Grammy da non riuscire neanche a ricordarli tutti. La copertina mostra Paul Simon e Art Garfunkel, in fila indiana. L’illusione ottica non salta subito all’occhio: ‘nascondendo’ col dito il viso di Paul Simon, Art Garfunkel acquisisce una folta barba (rappresentata dai capelli di Paul Simon). Il fotografo, ad oggi, sostiene che l’effetto è stato del tutto non intenzionale.

 

Rolling Stones – Sticky Fingers (1971)

Anche qui c’è lo zampino di Andy Warhol. La copertina raffigura la parte inferiore dell’attore Joe Dallessandro, il quale indossa dei jeans stretti che lasciano ben intendere e intravedere i suoi attributi. Una cerniera zip funzionante fu introdotta nella primissima edizione, aperta la quale ci si trovava davanti a delle… mutande bianche. Per la prima volta, inoltre, apparve il logo con labbra e lingua, l’icona che accompagna da sempre gli Stones, disegnata da John Pasche. Un simbolo di attitudine sfrontata e ribelle e di provocazione sessuale.

 

Pink Floyd – The Dark Side of the Moon (1973)

All’inizio degli anni ’70 i Pink Floyd avevano un grosso problema: la loro musica, apparentemente, veniva utilizzata solo come sottofondo musicale per chi intendeva ubriacarsi o sballarsi. Il membro fondatore, Syd Barrett, stava per lasciare la band per via dei danni cerebrali causati dall’abuso di sostanze stupefacenti. Roger Waters e i membri rimanenti volevano dare una svolta più seria ai loro lavori. Il graphic designer Storm Thorgerson piazzò un prisma triangolare al centro della copertina (nera), con un raggio di luce bianca che lo colpisce e che viene frammentato in un arcobaleno di diffrazioni colorate. Il resto è storia.

The Police – Can’t Stand Losing You (1978)

I The Police erano parecchi provocatori, sapete? La band capitanata da Sting scelse un tema molto delicato per “Can’t Stand Losing You”: il suicidio. La copertina mostra il batterista, Stewart Copeland, appeso ad un cappio sopra ad un blocco di ghiaccio. La BBC censurò il singolo e non lo trasmise fintanto che la band non accettò di realizza una copertina alternativa. Essere ‘banditi’ dalla BBC generò un tamtam pubblicitario non indifferente per la band, la quale riuscì anche nell’intento di portare una tematica molto importante nel contesto musicale quotidiano.

 

Supertramp – Breakfast in America (1978)

Breakfast in America - Wikipedia

Una delle copertine più famose del mondo è quella di Breakfast in America dei Supertramp. La band britannica, già attiva da qualche anno negli USA, decise di pagare tributo al modello societario Americano. La copertina mostra la vista attraverso il finestrino di un aeroplano, con vista su Manhattan. Una cameriera dal sorriso isterico con un meno nella mano sinistra e un bicchiere di succo d’arancia nella destra simboleggia la Statua della Libertà… con dei valori decisamente sballati. La band non confermò mai la teoria: detto tra noi, non è necessario.

 

Nirvana – Nevermind (1991)

Nevermind - Wikipedia

Un bambino di quattro mesi nuota verso una banconata da un dollaro, completamente nudo. Bastò questa immagine a causare polemica quando uscì Nevermind dei Nirvana. I genitali del bambino non sono censurati, cosa che causò non pochi dibattiti. Kurt Cobain suggerì alla label di inserire un’adesivo in corrispondenza dei genitali che additava come pedofili tutti coloro che si reputavano offesi dall’aspetto naturale e vero di un bambino. Alla fine, la cover venne pubblicata e commercializzata senza adesivo.

 

David Bowie – The Next Day (2013)

David Bowie, un pioniere dell’avanguardia, rivoluzionò la scena musicale tanto a livello di sound quanto di design e fotografia. Secondo l’artista che realizzò The Next Day, Jonathan Barnbrook, l’idea alla base del lavoro era l’alienazione: Bowie si voleva alienare e separare da una copertina fin troppo nota, quella di Heroes. Geniale.


Qual è la copertina che più ami? E quella che più ti ha sconvolto?
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La passione di Simon per la musica nasce molto tempo fa, fino a portarlo al diventare arrangiatore, chitarrista e autore di musica auto-prodotta, pubblicata con la sua band, gli Onyria.

2 commenti

    La mia copertina preferita, è quella dei Grateful Dead con l’album, Blues for Allah, io la reputo bellissima e geniale.

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