Utilizzo, con la mia band, le in-ear monitor sia in sala prove che dal vivo, su palchi di ogni dimensione, dal pub alle grandi piazze, e l' IEM75 si è rivelato veramente un ottimo sistema, soprattutto se rapportato al prezzo assolutamente irrisorio, per un sistema di in-ear monitoring wireless.
- stabilità del segnale: non c'è nulla di peggio, per un musicista, che avere il proprio monitor che si spegne nel bel mezzo di un assolo o di un acuto, ma in tutta franchezza, se posizionato correttamente, questo sistema IEM non da problemi di questo tipo, anche se è importante assicurarsi (come d'altronde specificato anche nel manuale di istruzioni) che non vi siano troppi ostacoli tra i trasmettitori e i ricevitori, in particolare grossi oggetti metallici o altri musicisti in mezzo. Per la massima affidabilità cercate di mantenere (nei limiti del possibile) una linea diretta senza grossi ostacoli tra trasmettitore e ricevitore. Anche la distanza raggiungibile prima di incorrere in problemi di segnale è ragguardevole, soprattutto se non ci si muove molto sul palco; oltre una certa distanza (superiore comunque ai 10-15 metri) il segnale continua ad arrivare senza perdite di qualità, ma può occasionalmente saltare se ci si muove allontanandosi ulteriormente dal trasmettitore, per poi tornare una volta che ci si è fermati, ma è abbastanza improbabile trovarsi a simili distanze da un trasmettitore durante un concerto, quindi tutto sommato non è un problema.
- suscettibilità ad interferenze: utilizziamo 3 sistemi IEM75, 3 collegamenti wireless per chitarre e basso e 1 radio microfono, tutto (per motivi logistici) ammonticchiato sotto il mixer. In più, in prova non spegnamo nemmeno i cellulari. Nessun problema di sorta rilevato, ma è ovviamente fondamentale assicurarsi che tutti i dispositivi radio funzionino su canali diversi.
- suono: qui le note dolenti: se volete un suono cristallino, se volete sentirvi ESATTAMENTE come vi sentirà il pubblico dal PA, probabilmente dovrete spendere svariate centinaia di euro in più. Il suono trasmesso da questo sistema è abbastanza scarico di basse frequenze, molto medioso ed è presente un fruscìo di fondo assolutamente non invalidante, ma che può far storcere il naso a chi non ha mai usato prima un sistema in-ear wireless. Bastano però un paio di prove per abituarsi al suono e, decisamente, non tornerei indietro.
N.B. - Il fruscìo pare ridursi notevolmente collegando i trasmettitori direttamente alla sorgente elettrica, e non alla fine delle immancabili catene di prolunghe e ciabatte elettriche che si srotolano sul palco.
- cuffie: le cuffie in dotazione non sono particolarmente isolanti, il che può indurre a tirare su il volume del ricevitore più del dovuto, aumentando il fruscìo di fondo. Personalmente ho acquistato anche un paio di EP4, sempre della t.bone, e utilizzo le cuffiette in dotazione solo come backup di emergenza. Con le EP4 raramente mi è capitato di dover tirar su il volume del ricevitore oltre la metà, con grandi benefici sia in termini di fruscìo che di inquinamento acustico!
- Gestione di due ricevitori in parallelo: spesso, per capire cosa sentano in cuffia gli altri della band e poter sistemare il loro mix, vado sul loro canale dal mio ricevitore. E' una funzionalità utile soprattutto nel caso in cui più musicisti volessero condividere la stessa aux o, come faccio io, per scopi più tecnici di controllo durante soundcheck e concerto. Nessun problema rilevato, la qualità del segnale non si riduce affatto.
Insomma,
PRO:
- costo contenutissimo
- ottimo rapporto qualità/prezzo
- possibilità di configurazione stereo molto utile per mandare due segnali diversi allo stesso musicista
- buona costruzione
- grande facilità di utilizzo
CONTRO:
- cuffiette non particolarmente performanti
- suono molto medioso
- presente un fruscìo fastidioso ma non invalidante
In conclusione: consigliate, soprattutto se non si ha la possibilità, come spesso accade, di puntare a modelli dal costo 4 o 5 volte superiore.