Consigliato per la trasparenza sonora, l'eccellente fattura, il prezzo conveniente.
Al primo ascolto vi sembrerà di sentire "meno bassi", specie se lo confrontate con un cavo economico o troppo invecchiato, benché di buon livello. In realtà i toni bassi ci sono tutti, è la gamma acuta dello spettro - quella che di solito compare più o meno attenuata - che viene restituita con l'accuratezza e la ricchezza di contenuti armonici quali si possono riscontrare solo in cavi veramente a bassa capacità come questo Cordial CSI PR-175. Di una resa così neutra, equilibrata, beneficiano ovviamente anche le basse frequenze, che rispettano la timbrica naturale della chitarra collegata, senza rigonfiamenti, né sbavature. Il registro medio ne guadagna in chiarezza e dettaglio.
Pur essendo di buon diametro e dotato di un robusto rivestimento in PVC, il cavo è maneggevole, flessibile, si arrotola e srotola agevolmente. I connettori sono due Neutrik con guscio interamente metallico, più snelli e compatti del tipo corrente in metallo (bianco) e plastica. La presa è solida, l'innesto sicuro. Le spine jack presentano una doratura spessa e uniforme che promette di resistere nel tempo all'uso anche intenso, diversamente da quei cavi che vantano i "jack dorati" e la cui placcatura (pallida e superficiale) si consuma rapidamente dopo un centinaio di "attacca-e-stacca", fino a sparire.
Concludo riportando le principali caratteristiche tecniche - notevoli - dichiarate dal Fabbricante: sezione del conduttore centrale: 0,75 mmq - diametro del cavo: 7,2 mm - resistenza elettrica del conduttore < 25,5 Ohm/km; capacità 88 pF/m.
Questi dati (particolarmente il valore di capacità) sono in accordo con le impressioni ricavabili all'ascolto, e confermano l'elevata qualità della connessione chitarra - amplificatore che si può sperimentare adottando il Cordial CSI PR-175. Io lo uso specialmente con la mia Gibson L-4, di cui questo cavo rimanda intatto all'ampli il bellissimo timbro.
Unica riserva: non sono in grado di valutare la funzionalità operativa "on stage", perché utilizzo il cavo da amatore di musica non professionista.