Il sintetizzatore è uno degli strumenti musicali più giovani della piazza: i primi modelli, prodotti in quantità limitate e che hanno plasmato la concezione odierna di sintetizzatore, risalgono agli anni ’60! A discapito della vita relativamente breve, l’influenza di questi strumenti sulla musica contemporanea è stato enorme. Centinaia di generi musicali non sarebbero mai nati senza di esso e hanno aiutato a plasmare generi pre-esistenti e trasformarli in nuovi e interessanti generi nuovi.
Analogico vs. digitale
I primi sintetizzatori erano, ovviamente, completamente analogici e dotati di oscillatori a voltaggi variabili, filtri e amplificatori integrati. Nei sistemi modulari come il Moog (divenuto popolare grazie agli Emerson Lake & Palmer), ad esempio, i componenti individuali venivano cablati tra di loro per ottenere dei suoni nonostante fossero già presenti sul mercato, sebbene in quantità minore rispetto ai decenni successivi, sintetizzatori compatti e all-in-one come il Minimoog. I primi sintetizzatori analogici avevano alcuni “svantaggi” da questo punto di vista che si tramutavano in suoni poco ‘stabili’ e l’assenza di una memoria interna per conservare i suoni generati e richiamarli comodamente. Inoltre era molto difficile cercare di imitare la “voce” di altri strumenti in modo convincente; fatta eccezione per alcuni modelli molto costosi rilasciati negli anni ’70 e ’80, quasi tutti i sintetizzatori dell’epoca erano monofonici. Per questi ed altri motivi i sintetizzatori analogici iniziarono ad accusare il colpo con il debutto dei primi sintetizzatori digitali nei primi anni ‘80, mandando sul lastrico molti costruttori di sintetizzatori analogici oggi tanto osannati. Da qualche anno c’è stato un revival dei sintetizzatori analogici che ha portato ad un ritorno produttivo da parte dei costruttori storici: oggi è possibile acquistare un sintetizzatore analogico (anche modulare) scegliendo tra una vastissima gamma!
Con l’avvento dei primi sintetizzatori digitali, agli inizi degli anni ‘80, la tecnologia analogica venne completamente dismessa. Lo Yamaha DX7, uno dei sintetizzatori più venduti di tutti i tempi, fu il primo ad offrire memoria interna, polifonia e suoni “autentici”. Il DX7 lavorava basandosi sulla cosiddetta sintetizzazione FM, basata sulla modulazione di svariate oscillazioni sinusoidali ed è stato determinante per plasmare il suono degli anni ’80 come nessun altro strumento è riuscito a fare.
Nella seconda metà degli anni ’80 nacque un tipo di sintetizzatore digitale totalmente innovativo, basato sulla tecnica del sampling. I suoni, infatti, si basavano su registrazioni reali di strumenti come il pianoforte, gli strumenti ad arco o le chitarre. Questo nuovo “realismo” sonoro raggiunse vette fino a quel momento impensabili, arrivando a riprodurre fedelmente gli strumenti acustici. Ai giorni nostri i sintetizzatori basati sul sampling sono disponibili in molte varianti. Per chi cerca un sintetizzatore il più possibile fedele ai suoni degli strumenti musicali reali, la categoria merceologica consigliata può essere solo e soltanto una: sampling-based.
Una terza tipologia di sintetizzatori, resa popolare alla fine degli anni ’90 quando la potenza di calcolo in campo informatico e tecnologico era già notevole, è quella dei cosiddetti “Virtual Analogue”. Nel campionamento a modelli fisici, strumenti basati sul movimento meccanico oscillante (dotati di diaframma o corde), stimolatori quali il “clap” delle mani, il rumore del vento o colpi singoli vengono simulati digitalmente. Basandosi sullo stesso principio viene generato un suono analogico “virtuale” in cui il comportamento analogico e la risposta della circuitazione elettrica viene simulata con un approssimazione molto vicina alla perfezione. Il suono non viene quindi generato basandosi su una registrazione pre-esistente ma viene calcolata e “generata” in tempo reale.
Workstations e Sintetizzatori “all-in-one” digitali
Se stai cercando uno strumento che possa imitare la più grande quantità di strumenti musicali possibile e in modo convincente, questa è la categoria di sintetizzatori che fa per te. Questi strumenti generano i propri suoni partendo da una base (espandibile su alcuni modelli di fascia alta) di campionamenti pre-registrati e atti a imitare svariati strumenti. La maggior parte dei prodotti di questa categoria sono multi–timbrici e possono riprodurre diversi suoni contemporaneamente. Questo permette di “dividere” (split) la tastiera in base alle zone / ottave e assegnarvici diversi suoni o, alternativamente, permette di assegnare più suoni agli stessi tasti. I sintetizzatori di questo tipo sono disponibili in diverse varianti per quanto riguarda la quantità di tasti (e quindi ottave): 61, 73/76 e 88. Di solito questi prodotti dispongono di una gran quantità di effetti integrati da utilizzare liberamente.
In aggiunta alla parte “synth” e agli effetti, le cosiddette “workstation” sono spesso dotate di un sequencer più o meno completo per poter registrare MIDI in multi-traccia e hanno funzioni che strizzano sempre più l’occhio alle DAW e ai programmi di registrazione.
Alcune workstation di fascia alta come la Korg KRONOS e la Yamaha MONTAGE hanno campionamenti e metodi di generazione del suono alternativi come l’algoritmo “Virtual Analogue”, l’emulazione Drawbar o l’FM.
Sintetizzatori “Virtual Analogue”
Durante gli anni ’90 il desiderio di avere suoni sintetizzati più presenti, autentici e predominanti dilagava e le limitazioni delle workstations basate su campionamenti erano insormontabili: stavano nascendo la techno, la house e l’hip-hop. Il problema a quel punto risiedeva nel fatto che i sintetizzatori analogici storici degli anni ’70 avevano ormai preso la polvere, diventando gradualmente degli oggetti da collezione e presentando, ovviamente, tutte le limitazioni tecniche presenti tre decenni prima (no MIDI, nessuno spazio per le memorie etc.). Con l’avanzare del progresso tecnologico e il miglioramento DSP i produttori iniziarono a emulare i circuiti dei sintetizzatori analogici direttamente sui sintetizzatori digitali: ciò che oggi chiamiamo “Virtual Analogue“. A differenza delle workstations, questo tipo di sintetizzatori digitali non si basava su campionamenti e samples, lasciando la potenza di calcolo a dedicarsi esclusivamente alla simulazione, tramite algoritmi, nel modo più fedele e accurato possibile dei suoni di sintetizzatore analogici tanto amati e ricercati.
L’interesse nella tecnologia “Virtual Analogue” ha iniziato a scemare con l’introduzione di sintetizzatori analogici “reali” da acquistare a qualsiasi prezzo. A discapito di ciò il mercato offre diversi modelli tutt’ora interessanti e al passo con i tempi, capaci di offrire un’esperienza di suono analogica e i vantaggi della tecnologia moderna quali la polifonia, la flessibilità sonica, la gran quantità di memoria a disposizione e l’interfacciamento MIDI e USB. Il Korg microKorg, il sintetizzatore più venduto del mondo da decenni, appartiene a questa categoria ed è da poco stato oggetto di restyle con il nuovissimo microKORG S.
Il revival dell’analogico
Se negli anni 2000 il “Virtual Analogue” sembrava la tecnologia del futuro, durante gli ultimi anni di questo decennio c’è stato un vero e proprio ritorno all’analogico. A supporto di questo revival c’è stata la geniale mossa commerciale di Korg e Arturia che hanno dimostrato di poter offrire sintetizzatori analogici di livello a prezzi contenuti: il binomio analogico=caro come il fuoco è ormai datato. Grazie ai recenti sviluppi tecnologici e la sapiente combinazione tra analogico e digitale, i sintetizzatori analogici disponibili oggi sul mercato sono esenti da tutti i “punti deboli” che presentavano gli antenati degli anni ì60 e ’70. Spesso (non sempre!) offrono una memoria interna per archiviare suoni e settaggi e gli oscillatori sono oggi molto più stabili. Un sintetizzatore analogico moderno è costruito in modo totalmente analogico, lasciando spazio a una piccola parte di componentistica digitale per quanto riguarda il controllo del sintetizzatore stesso (soprattutto per connessioni MIDI o anche USB).
I sintetizzatori analogici differiscono parecchio dalle workstations digitali non tanto nella riproduzione degli strumenti ma nella produzione stessa del suono sintetizzato che è spesso unica. Molte persone sono convinte del fatto che i sintetizzatori analogici, a parità di caratteristiche, suonino sempre più organici, corposi e “migliori” delle controparti digitali: è una domanda molto ampia e ogni musicista può dare la sua libera interpretazione in merito alla discussione. Ciò che non è messo in discussione è l’estrema diffusione dello strumento e un vero e proprio “ritorno” ai suoni analogici degli ultimi anni, reso possibile anche all’abbattimento della barriera di prezzo che rendeva, fino a qualche decennio fa, i sintetizzatori inaccessibili alle tasche dei più. Questo revival ha contribuito a riportare sul mercato svariate aziende che erano state date per spacciate in campo di sintetizzatori, quali Moog Music, ora più famosa che mai grazie alla reissue del leggendario Minimoog Model D e Korg che ha riportato sugli scaffali l’MS-20 e l’ARP Odyssey.
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Le qualità e capacità del sintetizzatore analogico sono difficili da misurare con un criterio costante. Per la resa finale del suono sono determinanti le modalità di costruzione dei circuiti individuali e come gli stessi sono stati cablati o collegati. Inoltre, il modo in cui viene suonato / usato il sintetizzatore è determinante per il risultato finale. Per questo motivo, un sintetizzatore con tre oscillatori non è sempre e per forza migliore di uno che ne possiede solamente due. Ogni singolo sintetizzatore analogico ha il proprio carattere e i propri punti di forza e di debolezza.
In procinto di acquistare un sintetizzatore analogico la prima domanda da porsi è: voglio uno strumento monofonico o polifonico? Ad oggi esistono ancora molti sintetizzatori monofonici, capaci di produrre solamente una nota alla volta. Questo è dipeso dal fatto che l’implementazione della tecnologia necessaria per ottenere la polifonia in uno strumento analogico è molto costosa (a differenza della controparte digitale). Inoltre, i sintetizzatori monofonici hanno ragione d’esistere anche quando vengono utilizzati per scopi precisi in cui poter suonare una nota alla volta non è solamente consigliato ma addirittura obbligatorio, come suoni di basso o suoni lead. I sintetizzatori polifonici sono molto più adatti a suoni “texturizzati” (Pads) come gli accordi, i cori e gli archi.
Sintetizzatori analogici monofonici
Entrare nel mondo dei sintetizzatori analogici non è più traumatico come un tempo. Il Korg monotron, sintetizzatore portatile che ha avuto un enorme influenza sul mercato dei sintetizzatori analogici a buon mercato, costa meno di 50 euro. Altri sintetizzatori analogici “di grandezza corretta” sono disponibili a prezzi leggermente superiori e talvolta stupisce davvero quanto bene siano in grado di suonare a discapito del prezzo concorrenziale.
Sintetizzatori analogici polifonici
Al di là del drastico taglio di prezzi rispetto alle annate d’oro dei sintetizzatori (anni ’70), rimane tuttavia invariato il grande divario di prezzo che corre tra i sintetizzatori monofonici e quelli polifonici. Questo, come già spiegato, dipende in gran parte dalla componentistica e dalle componenti della circuitazione necessari per creare un sintetizzatore analogico in grado di suonare più note contemporaneamente (polifonia). Nei sintetizzatori digitali questo sovrapprezzo non esiste, poichè tutto viene preso in carico dal processore. Ad ogni modo i prezzi si sono abbassati di molto rispetto al passato e svariati produttori come Korg e Behringer offrono sintetizzatori polifonici a prezzi relativamente concorrenziali.
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Giuseppe risponde:
Articolo ben fatto, esauriente e completo. Grazie e buona musica !
Simon risponde:
Grazie per il feedback Giuseppe!
Enzo risponde:
Completo, esaustivo e diretto… solo complimenti per questo articolo che non si perde in chiacchiere e va subito al sodo, non sono un esperto del campo, ma ho ricevuto le informazioni che mi hanno sicuramente schiarito le idee su un settore di nicchia, quello che mi rimane da aggiungere e solo ..Grazie!!!! .-
Simon risponde:
> Grazie a te per il riscontro!
Manuele Cavani risponde:
Ciao,Simon,mi associo agli altri per i complimenti.
Potresti consigliare un Synth Analogico monofonico hardware con tastiera 2 ottave per uno che vuole iniziare con la sintesi musicale.
Grazie mille.