Ti aiutiamo a suonare cool come Michael Kiwanuka
Sì, quello che ha rivitalizzato la musica soul.
Esatto. Il ragazzino che è saltato alla ribalta come un nuovo Terry Callier (il suo pezzo “Home Again” ne è l’esempio perfetto) e ha inciso il suo secondo album dopo che Kanye West l’ha praticamente implorato di continuare a fare musica. Fu così che nacque Love & Hate (2016, Polydor). Un disco che ci mostra un Kiwanuka imponente, che si scrolla di dosso il timore del debutto e si erge in tutta la sua magnificenza. Il londinese sa quel che fa. Ed è proprio la gran consapevolezza di se che lo porta a creare il suo disco migliore, il terzo: Kiwanuka (2019, Polydor), coadiuvato dal talento di Danger Mouse e della new-entry Inflo. Soul brillante, moderno e classico allo stesso tempo.
Cosa s’intende con vintage
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Dai un ascolto alla canzone qui sopra, “Solid Ground“. Sentito? È questo ciò di cui parliamo. Kiwanuka era solito accompagnarsi solo della chitarra acustica. Danger Mouse ha portato elementi nuovi nel suo sound, tra cui un sintetizzatore Prophet 5 degli anni ’70 – un sintetizzatore leggendario al punto da godere di un sito-tributo ad esso dedicato.
Un altro mezzo per arrivare al sound di Kiwanuka è sicuramente la Fender Stratocaster, la chitarra elettrica per eccellenza e uno dei modelli più iconici, se non il più famoso, di tutti i tempi.
Danger Mouse è ricordato soprattutto per aver fuso la musica di Jay-Z coi campionamenti dei Beatles. Un mix di tradizione e avanguardia che gli hanno permesso di diventare il re indiscusso della fusione tra vecchio e nuovo. Gli strumenti più utilizzati sono principalmente i due raffigurati qui sotto:
Tre metodi per ottenere sound ‘vintage: strumenti realizzati, fisicamente, decenni fa; strumenti disegnati e pensati tra gli anni ’60 e gli anni ’80 (nonostante in produzione ancora oggi) e strumenti moderni creati e pensati per riprodurre i suoni retrò attraverso la campionatura o la sintesi sonora. In quest’articolo ci focalizzeremo sugli strumenti che, al giorno d’oggi, si possono reperire facilmente in negozio. D’altronde, non molte persone hanno un Neve 8078 in garage.
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Come far suonare la tua chitarra.. “vintage”
C’è una convinzione che dice, grossomodo, che nessun metodo di post–produzione riuscirà a modificare il suono di uno strumento moderno e renderlo “vintage“. Ed è per questo che lo strumento va scelto come la materia prima per il cibo: di buona qualità. Che tu abbia già una chitarra o meno, l’importante è partire da un buon suono pulito e convincente. Una Gibson Firebird, Gibson Les Paul, Fender Telecaster o Fender Stratocaster sono tutte ottime scelte. Giocando coi potenziometri di tono e volume e la miscellazione dei pickup sarà possibile ottenere ottimi suoni. Per il sound di Kiwanuka è certamente più indicata una chitarra con i single coil. D’altronde, egli stesso usa Stratocaster:
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Le corde? Nichel (come le Ernie Ball 2221 o le Fender Hendrix Voodoo Child BE Nickel) e passa la paura. ‘Invecchiandole‘ un po’ sarà possibile ottenere un suono meno ‘metallico‘, tipico da corde fresche.
Beh a posto, no?
No assolutamente. I pedali sono importanti quanto la chitarra. Non molti, a dir la verità, ma mirati e specifici per ottenere il sound che abbiamo in mente. Il vintage è spesso associato al fuzz, ma Kiwanuka preferisce l’overdrive, più caldo e soft. Mischiando la distorsione dell’amplificatore e l’overdrive sarà possibile ottenere una texture solida e ‘cremosa’.
OK, ma che pedale prendo?
Le opzioni più gettonate? Boss BD-2w Blues Driver, Mooer Blues Crab, Xotic SL Drive e Joyo R-05 Maximum Overdrive.
In aggiunta, è necessario abbinare qualche pedale d’ambiente/effetto. L’Electro Harmonix Holy Grail Max e il tc electronic Hall of Fame 2 sono due pedali rinomati e ben rodati per quanto riguarda la parte del reverbero. I settaggi non devono essere esagerati, a meno che lo scopo non sia quello di infondere un po’ d’anima surf-rock nel genere. Il Fender Tre-Verb e il Behringer VD400, due ottimi pedali delay (e tremolo, come nel caso del Tre-Verb) permetteranno di dare più spessore e carattere al suono.
Okay, sono pronto
No! Dimentichi l’amplificatore 😉 Supro 1605R Reverb, Vox AC30S1, Fender 65 Deluxe Reverb and Fender 57 Custom Deluxe – quattro amplificatori a valvole ideali per suonare musica vintage. Il segreto? Non esagerare col gain – il quale peraltro non è quasi mai regolabile; sarà necessario trovare un buon sound e far fare alle valvole (tirando il collo al master) il resto del lavoro.
Chitarra, pick-up single coil, corde in nichel, overdrive, reverbero, delay e ampli a valvole. Ho tutto. Però… sono anche un cantante!
Ti servono anche i microfoni.
Per ottenere un sound vintage la via più semplice è sicuramente il microfono a nastro, costituito da una striscia di alluminio arricciata che si muove attraverso due magneti. Col movimento, per via dell’induzione magnetica, viene generato un segnale elettrico che riproduce il suono della membrana che si muove. Più o meno lo stesso principio dei pick-up per chitarra e basso. Durante il secolo scorso, i microfoni a nastro erano i più diffusi. Vennero rimpiazzati dai microfoni a condensatore, dotati di un range di frequenze molto più ampio (dato che i microfoni a nastro attenuano le frequenze attorno ai 14 kHz, dove risiede “l’aria” della voce.
La rinnovata popolarità dei microfoni a nastro è dovuta principalmente al rifiuto della “perfezione” digitale dei microfoni moderni. Si cerca quindi di riprodurre qualcosa di imperfetto, che abbia… carattere!
Quattro ottimi microfoni a nastro: Coles 4038 Studio Ribbon, il t.bone RB 500, il Sontronics Delta 2 e il Golden Age Project R1 Tube
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E per i batteristi?
Il nostro tanto ambito progetto vintage finirà alle ortiche se non facciamo attenzione alla batteria e allo stile d’esecuzione. Un kit moderno con un batterista tecnico non sono esattamente buoni presupposti da cui partire. Cercare di riprodurre i kit di una volta è il primo passo:
Per le pelli: pelli d’animale, e non sintetiche. Restituiscono un suono caldo e leggermente scuro. Per chi è enviroment–friendly, consigliamo le pelli in pelle sintetica offerte da Fiberskyn e Remo.
Il foro nella pelle della grancassa (frontale) iniziò ad essere usata negli anni ’70. Le casse non venivano riempite e, di conseguenza, il suono era pieno e arioso. L’unica differenza fra i vari generi musicali veniva data dall’esecuzione stessa del batterista e dall’accordatura delle pelli. Il battente del pedale della grancassa in feltro o lana sintetica restituisce un sound ovattato, molto vintage.
Per quanto riguarda i piatti va ricordato che quelli di diametro da 20″ non sono sempre esistiti. Per un suono swing anni ‘30 non sono l’ideale. I ride sono apparsi durante i primi anni ’40, ed erano molto più leggeri e sottili rispetto a quelli moderni.
Conclusione
Come abbiamo detto ad inizio articolo, gli effetti e i metodi di incisione hanno il loro ruolo nella ricerca del suono vintage. La cosa più importante rimane l’intenzione del musicista e il suono naturale dello strumento che sta suonando. Non è impossibile far suonare una Jackson con gli EMG decente per il jazz, ma non è lo strumento più indicato e non rende tanto quanto uno strumento più consono. Ascolta i tuoi dischi preferiti e cerca di cogliere le sfumature e le particolarità del genere, per cercare di riprodurli.
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