
HIT THE TONE!
“Se il tuo basso non suona funky… è perché tu non vuoi che suoni così!”
Ma è tutta la vita che ci provo…
La componente principale per il suono funk è… il musicista stesso. Se non fai pratica delle varie tecniche utilizzate (slap, che produce un suono percussivo) non suonerai mai come Bootsy Collins. Ci sono dei ‘trucchi’ per avvicinarsi al sound dei famosissimi bassi Funk anni ’70, ma ricorda che vanno usati in concomitanza con una buona tecnica. Quali sono? Il basso stesso, i pedali, la scelta dell’amplificatore e l’utilizzo del tutto.
Ok da dove inizio?
Non ci sono scorciatoie: per un suono potente, definito e massiccio, ogni centesimo speso migliora la possibilità di avere un buon risultato finale – spendi i tuoi soldi su un buon basso! Il Fender Jazz Bass è un ottimo strumento, uno dei più versatili al mondo. Per budget più ridotti, le versioni Squier sono più che dignitose offrendo caratteristiche simili alle controparti Fender.
Altri bassi molto adatti al funk sono il Cort B4 Plus e lo Sterling by Music Man S.U.B. Sting Ray. Il brand di bassi Marcus Miller merita una menzione d’onore, anche perché chi da il nome alla linea di bassi ne sa qualcosina sul funk!
La cosa importante è che il basso scelto sia versatile (d’altronde il funk si mischia con migliaia di sottogeneri, vedi il soul, blues e il jazz) e che il manico sia abbastanza rigido e robusto da sopportare i ‘colpi’ di corda dello slap, restituendo il suono sperato.
Quindi suono già come Bootsy, ormai?
Eh, col cavolo. Stiamo a malapena iniziando 🙂 Pazienza, la virtù dei forti. Per i suoni slap l’elemento più importante, in campo effetti, è il filtro envelope (controllabile) – chiamato affettuosamente ‘funk machine’ o ‘wah machine’. Tramite i controlli attack, decay, sustain e release si va a ‘simulare’ l’effetto Wah–Wah ma senza il controllo fisico con il piede: l’effetto viene ‘triggerato‘ dalla dinamica o dal volume, ossia dal tuo playing!
L’MXR M 82 Bass è un envelope filter analogico considerato da molti il top nella sua categoria. Grazie alla sua estrema sensibilità al tipo di playing, la sua robustezza e la gran versatilità, è una scelta più che azzeccata.
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L’Aguilar Filter Twin usa due filtri uguali che oscillano in direzione opposta rispetto l’un l’altro: uno alza la frequenza, l’altro la abbassa. Viene così generato il classico contrasto associato al funk. Il pedale è semplice da utilizzare, ha un suono trasparente e la qualità sonora è garantita.
Ultimi ma non ultimi, l’Electro Harmonix Nano Bassballs e Mooer Bass Sweeper, alternative valide e versatili.
I pedali Boss meritano una menzione speciale, in particolare modo tre pedali: SYB-5, GEB-7 e LMB-3. L’ultimo è un sintetizzatore a tutti gli effetti, capace di donare una texture particolare al suono del tuo basso. Il GEB-7 è un equalizzatore multi-banda che permette di alterare molto il suono dello strumento e passare poi da un suono all’altro (fondamentale nel funk). L’LMB–3, infine, livellerà i picchi di volume dando allo strumento il sound che merita per scatenare il groove.
Okay quindi mi serve solo un basso e un pedale?
Beh, hai già due elementi fondamentali: basso e pedali. Ora è tempo di trovare un amplificatore degno per il tuo setup! Orientati verso amplificatori “puliti” – Ampeg SVT-3PRO , SVT-4 e amplificatori simili (ibridi con valvole pre-amplificatrici). Ampeg è leader nel settore grazie alla sua sapiente combinazione di potenza, performances e versatilità. Alternativamente anche il V-4B èun ottima alternativa.
Anche aguilar offre prodotti eccezionali, come il Tone Hammer 500, un amplificatore scelto da George Porter Jr e Paul Turner (bassista di Jamiroquai). Bassi profondi, medi ricchi e dinamici e alti ‘soft’ e rotondi, mai fastidiosi.-
Nella suddetta fascia di prezzo (500€ – 1000€) ci sono tantissime alternative di ottima qualità. Per menzionarne tre: Markbass Big Bang, un amplificatore pieno zeppo di funzionalità a discapito delle dimensioni (equalizzazione a 4 bande, loop effetti, DI, aux, uscita cuffie, controllo VLE e VFP); TC Electronic RH750, una testata piccola ma dotata di 750 W con funzionalità Bass Amp 2.0 e infine la famosa testata Fender Bassman 500 Head, una testata ibrida (2 valvole 12AX7 nella sezione pre) da 500 W e 4 Ohms, nota per il suo gran sound.
Infine due opzioni un po’ più costose ma molto rispettate nel settore: la prima è la testata EBS HD-360 30st Anniversary Ed, dotata delle caratteristiche del famoso pre-amplificatore EBS-350, compressore/limiter integrato, equalizzazione a quattro bande e uscita bilanciata XLR.
Ultima ma non ultima la testata tc electronic Blacksmith, dotata di 1600 watt, equalizzatore a quattro bande parametrico, simulazione valvolare e SpectraComp (compressione multi-banda).
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Ok sono pronto. Giusto?!
Fermati. Ragiona! Cosa te ne fai di una testata se non hai una cassa? Non molto. Parliamo di casse? Volentieri. La cassa deve avere volume ma anche contrasto, suono e separazione di frequenze: non te ne fai nulla di un muro di casse che ti tira fuori il piattume cosmico.
Tanto la Markbass Standard 104HF-4 Ohm, quanto la Glockenklang Take Five Neo , la tc
electronic RS210 o la tc electronic RS410 sono casse scelte e utilizzate da artisti in tutto il globo per un motivo. sound.
Domanda delle domande: DI o microfono?
Domanda millenaria, quasi quanto quella dell’uovo e della gallina. C’è chi dice che il segnale DI (Direct Input o Direct Injection), con o meno l’ausilio di DI Boxes, sia il metodo migliore per tirare fuori il suono pulito e puro del basso. La funzione della DI Box è, infatti, trasformare un segnale sbilanciato in uno bilanciato. Chi invece preferisce microfonare la cassa del basso asserisce che il segnale DI è sterile e impersonale. Chi ha ragione? Beh nessuno. O tutti. La risposta è: sperimenta, prova a microfonare il tuo amplificatore e, contemporaneamente, registra la linea di basso diretta. Giudica con le tue orecchie.
Conclusione
La cosa più importante è la tua tecnica: se non sai fare lo slap, non comprare nulla: esercitati fino a farti venire i calli. Una volta ottenuta la giusta padronanza, puoi espandere il tuo equipaggiamento.
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