
Un’interfaccia audio (o scheda audio) è una delle componenti fondamentali dei setup di registrazione moderni. Essa è responsabile della conversione del suono analogico (fisicamente, il suono esistente) in informazione digitale (scritta sulla DAW in uso nel proprio computer). Che venga scelta per ascoltare ad alta qualità la musica generata attraverso il computer o che venga utilizzata per registrare “veri” suoni (attraverso l’ausilio di microfoni, pre-amplificatori e convertitori), l’interfaccia audio è LO strumento indispensabile per chiunque voglia buttarsi nel fantastico mondo del recording!
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Di seguito vi presentiamo quattro tipiche schede audio, appartenenti a fasce di prezzo diverse (per quanto molto vicine) e cercheremo di analizzarle evidenziando vantaggi e svantaggi, pro e contro. Ma prima di iniziare, un po’ di infarinatura generale sulle caratteristiche strutturali di un’interfaccia audio.
LE BASI
Nel più semplice dei casi, un’interfaccia audio ha un output di tipo stereo per alimentare i monitor da studio o le cuffie con un segnale. In praticamente tutti i casi presenti sul mercato, i due output sono separati e i rispettivi volumi possono essere controllati in modo indipendente.
Nei migliori casi, invece, tutti gli output sono regolabili in modo indipendente per il massimo della versatilità. Questo spesso significa, oltretutto, che i convertitori utilizzati sono diversi a seconda del tipo di utilizzo e ci è permesso ascoltare alcuni segnali tramite le casse e tutt’altro dalle cuffie. Un caso tipico in cui questa funzione torna utile la troviamo nella performance live del DJ: il mix in tempo reale sulla canzone che il pubblico sta ascoltando con, in cuffia, l’anteprima del pezzo che arriverà successivamente. I produttori, invece, sfruttano questa peculiarità per mandare solo alcune tracce nel mix di ogni musicista, mantenendo il mix completo sui monitor nella control room.
Tutte le interfacce presentate in questo articolo hanno input stereo e pre-amplificatori integrati. Grazie a quest’ultima caratteristica, qualsiasi fonte sonora può essere microfonata senza generare troppo rumore di fondo.
Un altro vantaggio è rappresentato dall’alimentazione tramite bus: in poche parole, l’alimentazione viene erogata dallo stesso cavo utilizzato per trasmettere il segnale audio, evitando di dover utilizzare un alimentatore dedicato. Laddove la scheda offra supporto iOS, quest’ultima può essere utilizzata anche con iPad e iPhone, dispositivi che sempre più spesso vengono utilizzati per creare musica.
1. Steinberg UR22 MK2
La Steinberg UR22 MK2 è un classico delle interfacce entry-level. Ottima per produttori, cantanti e autori che vogliono registrare se stessi senza bisogno di avere diversi ingressi attivi simultaneamente.
L’interfaccia è dotata di uscita stereo e un’uscita dedicata per le cuffie. Entrambe le uscite hanno un volume indipendente ma non una gestione separata del tipo di segnale da mandare all’output. Per chi lavora da solo, non dovrebbe essere un problema. Più problematica, invece, l’eventualità di dover lavorare con un artista e dovergli far sentire lo stesso tipo di segnale udito nella control room.
I pre-amp di cui la scheda è dotata sono decisamente buoni e riescono ad amplificare un segnale microfonico in modo corretto, adeguato e privo di rumori. Il software allegato non è da disdegnare: Cubase AI offre un’ottima panoramica di ciò che è possibile fare nel mondo delle DAW Steinberg. Grazie al software incluso sarà possibile incidere le prime canzoni, aggiungere effetti ed esportarle nei più comuni formati. L’interfaccia è compatibile con IOS ed è possibile collegarvi master keyboard o sintetizzatori hardware grazie alla porta MIDI I/O risparmiando, di fatto, una porta USB sul computer.
2. Focusrite Scarlett 2i2 2nd Gen
La Scarlett 2i2 2nd Gen è una delle schede audio per principianti più diffusa. Offre un output stereo, output per le cuffie e un input stereo, dotato di pre-amp su entrambi gli ingressi. Il costo è leggermente superiore alla UR22 MK2 della Steinberg ma, per la maggior parte, le due interfacce sono identiche. Le leggere differenze sono elencate di seguito.
Ad esempio, l’interfaccia Focusrite dispone di pre-amplificatori con input di tipo high-Z su entrambi gli ingressi e può essere quindi utilizzata per processare il segnale DI di chitarra e basso. Nell’interfaccia Steinberg, il pre-amplificatore a disposizione è solo uno e va azionato tramite l’apposito switch. Il potenziometro relativo al guadagno (gain) della Focusrite opera in modo lineare permettendo una regolazione di fino molto più precisa, facilitando il lavoro di regolazione dei volumi. Steinberg non offre questo tipo di caratteristica, ma controbatte con il supporto iOS – laddove la Scarlett non riesce in alcun modo a comunicare nativamente con i dispositivi Apple. Il monitoring diretto è più gestibile sulla Steinberg, grazie al potenziometro aggiuntivo. Pareggio?
La differenza più netta è rappresentata dal corredo di software con cui la scheda viene venduta: Focusrite regala delle versioni entry-level di Ableton Live e Pro Tools, due DAW davvero eccellenti e diffusissime a livello globale. Per chi sta iniziando a muovere i primi passi e vuole capire come sia lavorare con le DAW, questo è un plus non indifferente. Inoltre, Focusrite regala dei plug-in di ottimo livello da utilizzare per i primi lavori. La UR22, come già detto precedentemente, è corredata solamente di una versione “semplificata” di Cubase.
3. RME Fireface UC
La RME Fireface UC è un’interfaccia audio professionale dotata di una moltitudine di porte e ingressi in un comodo formato rack da 19″. I convertitori e i pre-amplificatori suonano divinamente ed offrono una riduzione del rumore elevatissima. Inoltre, l’amplificazione offerta al microfono è maggiore rispetto alle interfacce più economiche.
Per quanto riguarda il cablaggio, la RME Fireface UC non delude: estremamente versatile e dotata di una moltitudine di ingressi e uscite, permette di gestire autonomamente l’uscita dedicata alle cuffie rispetto agli output stereo. I due pre-amplificatori possono essere usati in modo totalmente autonomo. L’interfaccia dispone di ben 8 ingressi e uscite totalmente analogiche che possono essere usati contemporaneamente. Completano l’offerta i connettori digitali S/PDIF e ADAT per il massimo della versatilità (e 10 canali aggiuntivi!). Lato software, il “mixer virtuale” TotalMix è incluso: le possibilità di routing del segnale sono davvero infinite
A differenza delle schede audio più economiche, la RME ha bisogno necessariamente dell’alimentazione elettrica per funzionare. É possibile ottenere anche connettività MIDI in entrata e uscita (I/O) tramite cavo breakout.
4. Universal Audio Apollo Twin MKII Duo
A differenza della RME, la Universal Audio Apollo Twin MKII Duo è stata pensata più per il musicista che per il fonico da studio. Allo stesso prezzo di quest’ultima, ci sono decisamente meno ingressi e uscite per favorire la componente chiave di questo prodotto: effetti DSP di altissima qualità! Per anni, i plug-in UAD2 hanno riscosso una notevole popolarità per quanto riguarda l’emulazione di hardware analogico – il tutto senza impattare troppo sulle risorse del computer (ram e CPU). I plug-in a disposizione sono davvero tanti, sebbene non molto economici. Il vero vantaggio, nel caso della Apollo, è la possibilità di poter usare i plug-in durante la registrazione e il monitoring senza ALCUN tipo di latenza, grazie all’architettura DSP dei plug-in stessi e della potenza di calcolo della scheda audio.
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Quale interfaccia audio utilizzate comunemente, e perché?
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Fabio (Tini F.) Martini risponde:
M-Audio Audiophile di inizio millennio… e, devo dire, modestamente, con ottimi risultati! Saluti
Simon risponde:
> 🙂
Daniela risponde:
Buongiorno, ora che è uscita la 3rd generation della scarlet, i problemi con iOS citati nell’articolo sono risolti? Grazie
Simon risponde:
Diversi clienti ci hanno riferito un corretto utilizzo con dispositivi iOS. Ovviamente, l’utilizzo di un adattatore rimane necessario